Chi siamo

La nostra storia:

Lo scoutismo a Subiaco è nato ufficialmente nel 1920, ma già da qualche anno in alcune persone stava maturando l’idea di creare un gruppo Scout. Dunque il gruppo scout di Subiaco è uno dei più vecchi d’Italia.
Inizialmente l’associazione si chiamava ASCI (Associazione Scout Cattolici Italiani) ed era prettamente maschile. Nel periodo fascista (e precisamente nel ’29) gli Scout furono ufficialmente sciolti in quanto contestavano le idee politiche del tempo, dato che il governo intendeva monopolizzare l’educazione dei ragazzi. Nonostante ciò, molte persone continuavano a credere fermamente nei valori Scout e intendevano portarli avanti. Proseguirono le loro attività di nascosto, mettendo, tra l’altro,  a rischio la loro vita, poiché se scoperti sarebbero stati soggetti a percosse o uccisione.
Dopo la guerra, i gruppi ASCI furono riaperti in tutta Italia, ma a Subiaco si dovettero aspettare gli anni ’60. All’inizio gli Scout erano considerati un’organizzazione para militare, tanto che, ad una mostra fotografica svolta presso nella Sala Braschi, presso il Convitto san Benedetto in piazza Sant’Andrea, si presentarono i carabinieri per accertarsi delle attività da loro svolte. La prima sede dell’ASCI fu una piccola sala affittata in Via Cavour, dove restarono qualche anno, per poi trasferirsi in Via Gian Battista per un paio d’anni. Successivamente furono affidati al gruppo alcuni locali dell’attuale seminario.
Nella seconda metà degli anni ’60 alcune ragazze, fra cui Maria Pelliccia, Franca Iovino, Maria Nanni, Santa Appodia, Giovanna Piratoni e Maria Ciolli istituirono l’AGI (Associazione Guide Italiane). Questo gruppo femminile aveva come obiettivo quello di investire le capacità delle ragazze al di fuori dell’ambiente scolastico. I loro primi incontri avvennero nella Chiesa di San Lorenzo, dove  risistemarono  una stanza che era stata loro affidata.
Gli incontri fra ASCI e AGI furono rari, finché a livello nazionale non si decise di intraprendere un cammino comune per ragazzi e ragazze. Nel 1973 il consiglio generale dell’ASCI e dell’AGI si riunì a Roma, proprio per decidere la sorte delle due associazioni. Nel 1974 nasce dunque l’AGESCI (Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani). A Subiaco questo nuovo gruppo si istituì nel 1975 ed i primi capi furono Giannina e Santina Appodia, Carlo Catarinozzi e Carla Checchi. Il primo campeggio della nuova associazione si tenne in località Comunacque.
Quando si presentò nuovamente il problema della sede, in accordo con la comunità ecclesiale, si decise di utilizzare i locali sottostanti la Chiesa di Sant’Andrea. L’unico problema era l’assenza di una via per giungervi: così tutto il gruppo, grazie anche all’aiuto di molti genitori, costruì la scalinata che fino a tempi recenti ha permesso di giungere alla sede. Quest’ultima, tra l’altro, è una delle più grandi e invidiate d’Italia.
“Il Riparto Subiaco I va svolgendo la sua attività sotto la guida di Don Mariano….” in questo modo inizia un breve resoconto, pubblicato su un numero de ‘Lo Scout Italiano’ dell’autunno del 1920, delle attività del gruppo Subiaco I che quell’estate aveva accolto il Reparto Roma 8 in uscita nella Valle Santa.
La storia dello scoutismo di Subiaco è quindi iniziata molto presto ed è forse per questo che la presenza di ragazzi con il fazzolettone al collo è sempre stata per la nostra città un fatto normale; è una storia che abbraccia un lungo arco di tempo e che ha coinvolto (e coinvolge tutt’ora) un gran numero di persone, con un’ampia fascia d’età. Con il passare degli anni i ricordi e le testimonianze, soprattutto delle esperienze più lontane, si sono gradualmente assottigliate, ma in tutti i protagonisti è rimasto grande l’affetto per la vita all’aperto trascorsa in uniforme scout . Pochi infatti hanno avuto l’opportunità di sentire i racconti delle avventure della prima esperienza del Subiaco I (l’ultimo esploratore di quegli anni ci ha lasciato nell’ottantasei) e purtroppo con l’avvento del fascismo, la chiusura di tutti i gruppi scout e i bombardamenti che hanno quasi interamente distrutto Subiaco, le testimonianze di quel periodo pionieristico sono andate quasi totalmente perdute. Comunque quella prima esperienza aveva ben preparato i sublacensi alla vita scout e, appena finita la guerra, durante la ricostruzione, le attività del gruppo sono subito ricominciate. E’ così che nasce nel 1950  il fazzolettone rosso bordato di blu che contraddistingue ancor oggi gli scout sublacensi. Mentre la tradizione ASCI è stata sempre molto forte, con un clan, un reparto ed un branco sempre numerosi, per vedere invece in uniforme scout le ragazze di Subiaco si è dovuto attendere “relativamente” molto. E’ il 1969 quando iniziano le attività del gruppo Subiaco I AGI che, partendo da un piccolo gruppo di ragazze che formarono il “fuoco”, si è poi arricchito di un reparto e di un cerchio. Come spesso la storia ci insegna, sono i più giovani a portare avanti meglio le idee di avventura e infatti il gruppo ASCI nel 1973 chiuse le attività lasciando a Subiaco solamente le guide a portare il fazzolettone. E’ così alle capo AGI che il gruppo attuale deve la propria esistenza. Infatti quando a livello nazionale AGI e ASCI decisero l’unione, le capo AGI, richiamando alcuni ex capi dell’ASCI, gettarono le basi per una nuova avventura. Poterono così convocare, il 28 settembre 1975, la prima riunione del Reparto AGESCI Subiaco I che nacque con le tre squadriglie femminili presenti nell’AGI e con tre squadriglie maschili, formate ex-novo. Quel giorno è iniziata la storia contemporanea del gruppo Subiaco I, con il reparto che iniziò subito la propria attività, con la comunità rover-scolte che vide la luce nel 1976 e finalmente con il branco che nacque nel 1980. Da allora, ogni anno, molti ragazzi sublacensi portano il fazzolettone al collo. E molti dei ragazzi che oggi partono per le uscite domenicali o per i campi estivi sono molti figli degli scout di un tempo.
Avere una lunga storia alle spalle è inutile ai fini autocelebrativi, ma ci deve portare invece ad una riflessione tipicamente scout: “Lasciate il mondo migliore di come lo avete trovato”. Se oggi nel Subiaco I, così come in altri gruppi della zona, un buon numero di ragazzi (che credono nei valori della Legge Scout, indossano uniforme e fazzoletto) fanno attività all’aperto lo devono ad altri ragazzi che prima di loro hanno vissuto, condiviso e portato avanti la stessa avventura. Se domani altri ragazzi della nostra zona potranno vivere l’esperienza dello scoutismo lo dovranno ai ragazzi che oggi scelgono d’essere scout per tutta la vita. Come per lo scoutismo, così per la vita: il mondo di domani sarà migliore  solo se le generazioni di oggi sapranno opportunamente abbellirlo.